Conviene disdire il contratto luce per poi riattivarlo nei mesi di utilizzo?

Conviene disdire il contratto della luce di una casa al mare, o di una casa per villeggiatura, o in generale abitata solo in alcuni mesi, per poi attivarlo nuovamente solo per i mesi in cui si utilizza l’energia elettrica?

Questa è una domanda che, spesso, il proprietario di una seconda casa, utilizzata solamente per le vacanze o, comunque, per necessità varie ma solo per pochi mesi all’anno, si pone quando continuano ad arrivare diverse bollette da pagare anche per i mesi in cui effettivamente non usiamo l’abitazione.

In questo articolo risponderemo a questa domanda, evidenziando i costi, i risparmi e anche le difficoltà (dal punto di vista burocratico) nell’effettuare un distacco e un riallaccio della fornitura. Considereremo la questione in base ai mesi di effettivo utilizzo della fornitura e della potenza del contatore, tutto per un contratto di energia elettrica non residente.

Quanto costano il distacco e il riallaccio della fornitura?

Il costo per il distacco della fornitura comprende degli oneri amministrativi di 23 euro, in maggior tutela, mentre nel mercato libero questi costi dipendono dal contratto e possono variare (ma generalmente la cifra è questa).

Il costo per il riallaccio della fornitura, invece, è differente.

Si calcolano infatti, in regime di maggior tutela:

  • Onere per il distributore che cambia di anno in anno secondo quanto stabilito da Arera. Attualmente è pari a 25 €;
  • Onere amministrativo pari a 23 €;

Un deposito cauzionale a titolo di garanzia, variabile; non lo consideriamo perché stiamo prendendo in considerazione il caso in cui la fornitura venga staccata pochi mesi dopo, e il deposito cauzionale viene quindi restituito dopo pochi mesi.

I costi sono già comprensivi di IVA.

  • Il totale dei costi per l’attivazione e la successiva disattivazione del contratto di energia elettrica sono quindi i seguenti.

23+25+23 = 71 €.

Non è una cifra bassa, considerando che utilizzeremo la corrente solamente per pochi mesi all’anno, ma non è bassa nemmeno la cifra richiesta per lasciare il contratto della luce attivo quando non ci siamo, come vedremo nel paragrafo seguente.

Quanto costa un contratto attivo senza utilizzo della corrente?

Il costo del contratto attivo anche senza l’utilizzo della corrente esiste, perché la bolletta che si paga (per esempio) nel bimestre novembre/dicembre di una casa al mare che usiamo solo nei mesi estivi non sarà mai zero, a causa della presenza di costi fissi che sono presenti nella bolletta di fornitura perché il punto di erogazione dell’energia rimane attivo.

I costi vengono stabiliti in euro/anno, ma calcolati su base mensile o giornaliera; questo significa che se la corrente rimane attiva per tutto l’anno, li pagheremo per intero, mentre se rimane attiva per 1/4 dell’anno (i tre mesi estivi) ne pagheremo 1/4, in totale.

I costi fissi per la fornitura di energia elettrica, in maggior tutela così come nel mercato libero perché sono sempre costi stabiliti da AEEGSI, sono i seguenti. Li calcoliamo su un’abitazione non di residenza, perché stiamo parlando di case al mare (difficilmente una persona ha la residenza in una casa in cui sta pochi mesi all’anno).

  • Quota fissa per la fornitura di energia elettrica, all’anno: 51,54 €.
  • Quota fissa per il trasporto e la gestione del contatore, all’anno: 19,44 €.
  • Quota fissa per gli oneri di sistema (voce azzerata nella abitazioni di residenza): 123,66 €.
  • Quota potenza per kW di potenza impiegata: 20,28 €. Questo valore va moltiplicato per il numero di kW impiegati, per cui se il contatore è da 3 kW il costo totale sarà di 60,84 €.

IVA su un’abitazione non di residenza: 10%.

Facciamo quindi un esempio, che riprenderemo nella tabella seguente, relativo ai costi fissi (annuali) che dovremo pagare in una casa al mare che lascia tutto l’anno l’utenza della luce attiva, con contatore da 3 kW non residente:

Quota fissa totale = (51,54+19,44+123,66+60,84)x1,1 = 281,03 €.

Se rapportiamo il conteggio a un’utenza attiva per tre mesi all’anno, tutte le quote si riducono ad 1/4 (essendo calcolate mensilmente o giornalmente), per cui anche il totale si riduce a 70,26 €.

A questi costi vanno aggiunti, naturalmente, i costi dei kWh consumati quando siamo nella casa al mare, che però qui non prendiamo in considerazione.

Quando conviene disattivare e riattivare la fornitura elettrica?

Parlando unicamente di soldi, qui di seguito andremo a vedere quando può essere conveniente disattivare e riattivare una fornitura elettrica nel caso che abbiamo preso in esame, quello della casa al mare.

Valuteremo quindi il numero di mesi e la potenza del contatore, che è variabile: nelle caselle trovate il risparmio che si ha disattivando il servizio di fornitura rispetto al lasciarlo attivo. Le caselle non presenti indicano che non c’è alcun risparmio, per cui se non viene indicato alcun valore significa che, in quel caso, non è conveniente disattivare e attivare nuovamente la fornitura l’anno successivo.

Il conteggio è stato calcolato come quota fissa totale per i parametri in oggetto, meno la Quota Fissa Totale per anno, più 71, che è il costo totale di disattivazione e riattivazione.

In altre parole, la formula utilizzata è stata strutturata come:

(spesa fissa per i mesi di utilizzo) – (totale spesa fissa per un anno) + (costo totale disattivazione e riattivazione)

(23,42 x mesi utilizzo) – (281,03) + (71)

Questo consente di capire che risparmio c’è, se c’è, disattivando la fornitura rispetto al lasciarla attiva per tutto l’anno. Il risparmio è arrotondato all’euro.

Utilizzo 3 kW

1 Mese 186 € 

2 Mesi 163 € 

3 Mesi 139 € 

4 Mesi 116 € 

5 Mesi 92 € 

6 Mesi 69 € 

7 Mesi 45 € 

8 Mesi 22 € 

9 Mesi – 

Come possiamo vedere dalla tabella, otteniamo un considerevole risparmio staccando e riallacciando la fornitura rispetto al lasciarla sempre attiva. In ciascuno dei casi che abbiamo preso in considerazione, infatti, staccare una fornitura attiva fino a 8 mesi all’anno è conveniente, con un contatore da 3 kW, perché otteniamo un risparmio rispetto al lasciarla sempre attiva. Per un contatore da 1,5 kW il vantaggio aumenta fino a 9 mesi, mentre si riduce con il contatore da 4,5 kW.

Se, come abbiamo detto nell’esempio precedente, la fornitura rimane attiva nei tre mesi estivi, con un contatore standard da 3 kWh, anche pagando gli oneri per la disattivazione e la riattivazione del contratto abbiamo ben 139 euro di risparmio, che non sono affatto pochi su base annua.

Poi, più sono i mesi in cui la fornitura rimane attiva, meno risparmio c’è (per cui se, per esempio, andiamo via per tre mesi non conviene staccare la luce un casa se per gli altri 9 mesi la usiamo), ma il caso-esame della casa al mare lascia pochi dubbi al fatto che c’è un ottimo risparmio da questo punto di vista.

L’aspetto burocratico

L’interruzione volontaria della fornitura elettrica implica di fatto la risoluzione del contratto di energia elettrica, a differenza di quanto accade con il distacco per morosità, in cui non dobbiamo fare nuovamente il contratto quando vogliamo riallacciare la fornitura.

Per questo motivo, quando torniamo nuovamente al mare dobbiamo a tutti gli effetti stipulare un nuovo contratto di fornitura elettrica, con tutte le necessità del caso; a tutti gli effetti, quindi, bisogna fare un subentro, anche se i precedenti proprietari eravamo noi!

Per fare il subentro abbiamo necessità di:

  • Il nostro codice fiscale e documento di identità;
  • Il codice POD per l’identificazione del contatore;
  • Il titolo abitativo dell’immobile, per cui dati catastali e dati della proprietà o del contratto di affitto

Basta, insomma, perdere un po’ di tempo una decina di giorni prima dell’inizio delle vacanze per raccogliere tutti i dati necessari ed attivare nuovamente la fornitura, effettuando il subentro; in questo modo risparmieremo cifre considerevoli, specialmente se il tempo in cui stiamo alla casa al mare è limitato e se il contatore della casa è piuttosto potente, come abbiamo potuto vedere dalla tabella.